La bestia e l'inganno

La mamma tigre convertita all'umanità, questa terra marmosa
senza fianchi delle navi, ben prima
lampeggiava che Dio la battezzasse,
ben prima che nell'aria devota qualche membro
dell'Arcadia confondesse
e che le timorose vitalità atterrassero nei corpi umani.
Quell'antica luce ottusamente sprigionata
da quella volta va aspirando il genere umano che è in vita; alle
assillanti ispezioni del tutto irrilevanti,
sui deceduti la mamma tigre avrà una notte balenata.
Non hai il volto umano, ne sconcerta il fedele,
o aspetto fatidico, uniforme e irreprensibile,
dalle cento borchie sotto un soffitto di rame empireo. Il fuoco
determina il sacrificio, la decisione.
La tua polare luminosità, la fiacca scrupolosità
scompagina il dogma.
Quando gli ipocriti fiatano,
le bestie guaiscono.
Ma per non tediare
guaiscono e soffrono anche senza prostrazione: l'impero bestiale
è l’uomo.
Fu per te che, confuso,
mi persuasi ad analizzare, al crepuscolo nero, il sermone.
La testa e il cuore della mamma tigre abbeverano i
colpevoli e uccide nel suo grembo il destino dei nascituri, poi
morituri. La dignità animale.
La miserabilità dell'uomo senz'anima.

(Poesia di Angelo Fornaro)